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Scopone scientifico: come si fa lo spariglio

Al tavolo di scopone si gode una relativa tranquillità quando si è cartari, ma si è costretti a stare meno tranquilli quando non lo si è. Lo spariglio significa è gioco d’attacco, l’appariglio invece è gioco di difesa.
Per sparigliare nello scopone scientifico è necessario elaborare un progetto di gioco, sulla base delle proprie carte e di quelle del compagno, che consenta come obiettivo intermedio di fissare sul tavolo alcune carte che siano intoccabili dall’avversario (perché non ne ha o non ne ha più).
Una volta raggiunto tale obiettivo intermedio, sarà facile combinare queste carte, di cui si è padroni, con altre, per fare lo spariglio o costringervi l’avversario.
E’ evidente che tutto questo si può realizzare solo se si dispone di coppie o, ancora meglio, del maggior numero possibile di carte uguali. Per capirlo, basta pensare a quale sarebbe lo svolgimento del gioco nella situazione limite in cui nessuno avesse in mano delle coppie: prenderebbero tutto i cartari.
E allora, il gioco dei non cartari nello scopone prevede tassativamente l’utilizzo delle coppie, a partire dalla più piccola (che consente ovviamente una maggiore possibilità combinatoria con altre carte) fino ad arrivare alla più grande. Anche qui non bisogna dimenticare il buon senso: se la coppia più piccola è ad esempio quella dei sette, è meglio “togliere mano” , come dicono a Napoli (cioè evitare).
Come corollario doloroso di gioco allo scopone scientifico, la coppia che deve sparigliare deve porre attenzione, almeno all’inizio, a non prendere troppo senza riflettere, e soprattutto a non prendere le carte poggiate dal compagno; altrimenti non riuscirà mai a fissare sul tavolo le famose carte intoccabili, vere spine nel fianco dei cartari che dovranno per forza, prima o poi, metterci vicino qualcosa di pericoloso.
E se non si dispone di coppie? Allora è inutile mettere carte sul tavolo nella speranza che vi restino: è molto probabile che i cartari ne facciano scempio. In questo caso è meglio prendere che poggiare, ma sempre con oculatezza, magari prendere le inutili carte grandi, spiando la presenza di coppie in mano ai cartari e cercando di fare in modo che siano loro stessi a incastrarsi con le proprie mani. Se i cartari nello scopone hanno già preso, ad esempio, due assi e ne buttano giù un terzo, il nostro unico asso, che giocato in attacco sarebbe andato al sacrificio, diventa il padrone del tavolo; bisogna tenerlo saldamente in mano, anche se fosse di denari, e aspettare la resa inevitabile degli avversari.
In generale, i non cartari nello scopone devono cercare di poggiare carte piccole e prendere le grandi; i cartari devono togliere dal tavolo le pericolose carte piccole e poggiare le grandi. Ma non bisogna mai dimenticare il famoso buon senso: se si vede che il gioco richiede troppi sacrifici di carte, è meglio rinunciare ad elaborare uno spariglio e confidare nella sorte. Ma non bisogna farlo con troppa leggerezza: ci si accorge presto che un gioco spensierato e senza progetti porta quasi sempre, alla resa dei conti, a fare 19 carte e 4 denari e questo, nello scopone scientifico, vuol dire perdere la metà dei punti

Fonte : Silvia Bascelli (manuale dello scopone scentifico)

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